In questi momenti post Corona virus se esaminiamo la situazione di Italia e Francia, notiamo un fatto paradossale: in Italia abbiamo un governo sgangherato e maldestro, senza alcuna legittimità, con una maggioranza precaria che tuttavia registra, in base a sondaggi comunque non del tutto affidabili, un certo consenso a favore di quel improbabile personaggio che è Giuseppe Conte, capitato ad occupare una posizione di potere nei modi che ancora facciamo fatica a spiegare. In Italia nulla funziona, ma, mistero, il paese tiene, ci si è abituati. Comunque i poliziotti non fanno manifestazione di protesta contro la loro gerarchia e il ministro dell’interno. Cosa che succede spesso in Francia, dove i suicidi di poliziotti hanno una frequenza preoccupante e non ci si chiede, negli alti livello dello Stato, il perché.
In Francia invece abbiamo un presidente ultra legittimato, con una larga maggioranza parlamentare, tanti tecnocrati al governo. Il paese, in teoria, funziona: tecnici qualificati, quasi tutti usciti da scuole prestigiose tengono le leve del potere. Gli stessi politici sono qualificati, non esistono quegli improbabili personaggi che vediamo in Italia, tipo quelli espressi da 5 stelle. Eppure la Francia é messa peggio dell’Italia. Chi lo avrebbe mai pensato!
Infatti Nicolaz Beverez su il periodico Le Point del 09 /07, titola così il suo intervento: “l’Italianisation de la France”.
L’autore ricorda come nel Rinascimento la Francia si inspirò all’Italia per arrivare ai suoi fasti e come pure oggi la Francia si ispiri all’Italia, il grande malato d’Europa, per avviarsi non ai fasti, ma alla decadenza. I due paesi hanno gli stessi mali e si avviano al disastro economico, con un deficit dei conti pubblici fuori controllo.
I francesi non hanno più fiducia nella classe politica, elitaria ed arrogante. Le elezioni locali recenti hanno messo in evidenza un tasso di astensione elevatissimo, del 59%. Il grande sconfitto é stato il presidente che ha visto il suo partito inconsistente sul territorio. A Parigi è stata riconfermata un sindaco donna di sinistra socialista, che ha combinato tanti disastri per la città, per l’imperizia di Macron e dei suoi seguaci. Chi avrebbe mai immaginato che questa Hidalgo, forse peggio della Raggi, sarebbe stata rieletta.
In Francia vi sono 5 milioni e cinquecentomila (5.500.000) funzionari dello stato, ben due milioni di più che in Italia. Ogni tentativo di ridurre questo numero si infrange contro la protervia dei sindacati e la debolezza dell’esecutivo. Durante le crisi sanitaria i francesi si sono accorti di avere uno Stato impreparato, con pochi medici, pochi infermieri ed una polizia demotivata. Una burocrazia impotente, ci sono tanti addetti, ma che fanno? Dove c’è bisogno non ce ne sono. Sono in tanti, lavorano poco e quando lavorano intralciano il lavoro degli altri. Impiantare una azienda nuova é un vero calvario. Vedi il già citato Le Point del 23 luglio 2020.
Per cercare di risollevare le sorti del suo “regno” Macron ha licenziato il primo ministro Edouard Philippe, che comunque aveva guadagnato un certo consenso e rispetto nell’opinione pubblica, malgrado sia stato molte volte imbrigliato del presidente. Di fronte ad un presidente dall’eloquio vago, retorico, ultrapoliticamente corretto, a volte anche arrogante il primo ministro dava impressione di concretezza e coerenza, anche rispetto a molti altri ministri.
Risulta del tutto evidente che Macron non vuole avere l’ex primo ministro come eventuale concorrente alla prossime presidenziali.
Così il Presidente che ha ormai trascorso più della metà del mandato si trova impantanato in riforme solo abbozzate e che stagnano. Cambia governo tentando invano di far credere che se le cose non vanno non è colpa sua, ma di altri.
Alcuni personaggi imbarcati fanno sensazione, ma non in senso positivo come il discusso avvocato Eric Dupond-Moretti chiamato alla Giustizia. A proposito di giustizia, sono emersi alcuni fatti inquietanti, da quanto risulta da fonti giornalistiche investigative: si hanno forti motivi di ritenere che le elezioni presidenziali del 2017 siano state falsate da un intervento dei giudici per favorire l’elezione di Macron e far fuori Fillon, il super favorito nei sondaggi.
Se il nuovo governo di Macron sembra impegnato a darsi da fare, resta comunque in sordina il problema della presenza islamica nel paese. Vaste zone urbane sono ancora luoghi di non diritto, dove la presenza dello Stato è quanto mai precaria. Parlare di questi argomenti è pericoloso vista la censura imposta da gruppi “antirazzisti”. Eric Zemmour per avere affermato che l’islam non è compatibile con i valori democratici della repubblica francese è ora sotto processo.
In Francia si è pure tentato, tanto per essere allineati alle ultime tendenze, di montare un caso tipo “black lives matter”. Per fortuna qualche giornalista attento e non allineato ha ridimensionato il caso. Vedi “l’affaire Adama Traore”.