Si, certo. Gli italiani di qui, fra Monte-Carlo, Nizza, Mentone lo parlano, più o meno bene, ma comunque con disinvoltura. Magari con l’accento, ma anche i francesi di qui hanno pure loro “l’accent du sud”:
Siamo in buona compagnia.
Ma forse non conoscete ancora queste parole: è comprensibile, visto che, molte di loro sono nate di recente qui in Francia e legate ai fatti del momento, oppure sono nate qualche anno fa, ma sono poco utilizzate. Le possiamo considerare neologismi. Eccole.
ABSURDISTAN, così la Francia è stata ribattezzata dal periodico tedesco Die Zeit del 12 novembre 2020, al seguito della inchiesta della giornalista Annika Joeres, corrispondente da Parigi.
Ha spiegato come lo Stato francese fronteggia l’epidemia con provvedimenti assurdi e cervellotici. Il termine è stato ripreso largamente dai media francesi, primo fra tutti Valeurs Actuelles del 26 novembre 2020. ”Dernières nouvelles d’Absurdistan”. Il nostro parere è che se Annika Joeres andasse a Roma troverebbe un altro “Assurdistan”.
BOURREAUCRATE, da non confondersi con “bureaucrate” che vuol dire burocrate. “Bourreau” in francese significa “boia”. Bourreaucrate è una parola coniata da François Huguenin nel suo blog nell’articolo “Le bourreaucrate et la philosophe” (un sentito omaggio ad Hanna Arendt), pubblicato il 4 maggio 2013 per definire il funzionario pubblico degli anni Trenta che usa il potere come un aguzzino per tormentare i cittadini, vittime del totalitarismo nazista. Il termine è tornato alla ribalta con prepotenza questi giorni, per definire i funzionari pubblici che con la loro azione tartassano i cittadini applicando le leggi dello Stato di Absurdistan.
In questo autunno la Francia non è solo tormentata dal Covid come l’Italia, ma anche dal terrorismo islamico. Si parla così, in molti media di ISLAMOGAUCHISME, scritto anche islamo-gauchisme, un neologismo che definisce il legame fra personalità definite di sinistra o di estrema sinistra e il radicalismo islamico.
Un altro neologismo che ha attirato la nostra attenzione è EUROLÂTRE, il cui significato è: “persona eccessivamente entusiasta, e senza un grande senso critico, per la costruzione europea”.
Il termine è stato usato per la prima volta da Thierry Desjardins nell’articolo ”La solidarité européenne est une imposture” pubblicato su Le Figaro il 17 agosto 2011: “Comunque, qualunque cosa pensino gli eurolâtres, è sempre più evidente che i popoli d’Europa non vogliono la soppressione delle loro nazioni e di questa Europa che si prepara per loro”.
Più recentemente, il termine “eurolâtre” è stato usato su Le Point a pagina 20 del numero 2522-2523 uscito in edicola il 17 dicembre 2020.
Nella storia delle lingue, i neologismi hanno da sempre costituito un arricchimento del vocabolario e un “allineamento” alle novità, le invenzioni, i concetti che man-mano la civiltà fabbrica.
Nella storia della lingua francese un grande “creatore” di neologismi è stato François Rabelais, autore del meraviglioso “Gargantua et Pantagruel”.
Più tardi, nel XX secolo, Frédéric Dard, che scriveva sotto o pseudonimo San Antonio, ne ha creati tanti di neologismi che è stata necessaria la pubblicazione di un Dizionario (Le DicoDard, pubblicato Fleuve Éditions nel 2015) per spiegarne il significato.
Per chiudere in bellezza: in molte lingue, diversi neologismi sono di origine italiana. Sono legati soprattutto all’eno-gastronomia, ma anche alla moda e al calcio.