La pandemia di Covid ha rimodellato drammaticamente i consumi e le abitudini alimentari. Mai come in questo periodo Amazon ha venduto ricettari sul pane, persone che non sapevano nemmeno fare un caffè sono diventate cuochi provetti, piatti che sembravano complicati sono diventati preparazioni di tutti i giorni.
Alla preparazione del cibo viene dedicata la gran parte del tempo libero delle persone costrette a passare la vita in casa: esigenza di sopravvivenza, alternativa ai ristoranti chiusi o semplice passatempo? Comunque fosse, i fatti sono lì. A questa domanda le aziende rispondono in vari modi: take away, piatti pronti, lezioni di cucina on line ecc.
Ma c’è un’azienda sorprendente, creata da un italiano (Alessandro Savelli, di origine genovese) che ha scelto Londra – dapprima lavorando nel settore bancario – per lanciare la sua idea. Che consiste in: “non dare ad un affamato un pesce, ma insegnagli a pescare”. Detto-fatto. Savelli ha inventato un concetto: il kit di pasta fresca. Nella scatola ci sono gli ingredienti e la ricetta per confezionare da soli in pochi minuti una miriade di paste fresche una migliore dell’altra. All’inizio era un’attività artigianale, per poi arrivare, dopo un anno di attività, a distribuito un milione di kit, tutto spedito per posta: tempo di consegna, un giorno.
La start-up ha attirato l’attenzione di un colosso come Barilla, che ha sborsato 40 milioni di euro per acquistarla. E Alessandro è rimasto a dirigerla.
È ora di dare un volto al nome: Alessandro Savelli, in un’intervista rilasciata allo strepitoso blog “Forward Fooding” racconta la storia dell’azienda da lui fondata, Pasta Evangelists (al plurale, perché Alessandro ha un socio, Chris Rennoldson).
Nell’intervista Alessandro spiega come ha iniziato l’azienda e esprime le sue opinioni sul ruolo della tecnologia nell’innovazione alimentare.
Alessandro, da dove nasce l’idea per la tua azienda FoodTech?
Alessandro: Quando sono arrivato nel Regno Unito, sono rimasto incredibilmente deluso dalle scelte di pasta disponibili – sia in termini di scarsità di pasta fresca, sia per la quantità di pasta fatta a macchina disponibile che era, francamente, un mondo lontano da la pasta con cui sono cresciuto in Liguria. Mi rattristava il fatto che le persone fossero diventate compiacenti delle limitate opzioni disponibili e volevo che gli altri sperimentassero la pasta fresca, proprio come la pasta fatta a mano che ero abituato a fare, fin da bambino, con mia nonna. La pasta è molto più di un ottimo prodotto da degustazione: è un mestiere, richiede abilità e maestria, e noi cerchiamo di insegnarlo attraverso i nostri piatti artigianali. Vogliamo aprire le menti delle persone alla miriade di formati e tipi di pasta in tutte le regioni italiane: come degli evangelisti, appunto. Quando un cliente ordina da noi, lo portiamo in viaggio, trasportandolo in Italia, fornendo una storia delle origini di ogni piatto nella nostra brochure del menu e, spero, entusiasmandolo per l’ottima cucina italiana autentica!
In che modo la tecnologia è al centro della vostra attività?
Alessandro: La tecnologia è alla base del nostro intero modello di business. In qualità di azienda di e-commerce, la tecnologia è un fattore abilitante per noi poiché trasforma il modo in cui i consumatori interagiscono con noi, permettendoci di aprire i punti di contatto che possiamo avere con i nostri clienti. È anche fondamentale per alimentare la nostra crescita a causa dei modi in cui ci consente di comprendere meglio i nostri clienti, consentendo una maggiore personalizzazione e servizio, garantendo così che la loro esperienza con noi sia il più semplice possibile. Essere un’azienda tecnologica è davvero entusiasmante per noi perché è in continua evoluzione e, di conseguenza, ci adattiamo e cambiamo continuamente in linea con ciò che vogliono i nostri clienti!
Perché pensi che sia importante vedere l’industria alimentare abbracciare la tecnologia?
Alessandro: Credo fermamente che abbracciare la tecnologia sia fondamentale per una crescita sostenibile a lungo termine per le aziende dell’industria alimentare. È davvero trasformativo. Non solo in termini di utilizzo nello sviluppo della lavorazione e dell’imballaggio e di efficienze complessive di produzione come il controllo degli sprechi, ma anche nell’esperienza di consumo generale. I gusti e le abitudini di consumo dei consumatori sono in continua evoluzione: con un valore crescente attribuito al tempo e alla convenienza, il modo in cui i consumatori acquistano e mangiano sta cambiando. Consentire ai clienti di ordinare con rapidità e facilità, oltre ad offrire maggiori scelte personalizzate facilitate dalla tecnologia è fondamentale. La tecnologia consente alle aziende che operano nel settore alimentare di rispondere a queste mutevoli esigenze e non riuscire ad adattarsi in linea con tali cambiamenti è in definitiva dannoso per la longevità aziendale.
Certo, i “puristi” fuori dal tempo diranno che la pasta è buona solo se fatta dalla nonna e il vino fatto di uve spremute con i piedi dal nonno.
M il concetto di Savelli, anche se industriale, rimane profondamente artigianale. E questo è un valore aggiunto di un piatto: dà la soddisfazione di qualcosa fatto con le proprie mani. Ciò che è sorprendente è che la grande maggioranza dei clienti di Pasta Evangelists sono uomini. Forse la ragione è la stessa che sta alla base del fatto che i grandi chef sono (quasi) sempre uomini… Può darsi, fatto sta che sempre più inglesi stanno diventando dei bravissimi “pastaioli”? Grazie ad un italiano che ha scelto l’estero per giganteggiare.