Da Giuseppe Conti a Mario Draghi, febbraio 2021
Giuseppe Conte, secondo Galli della Loggia – “è un signore assolutamente sconosciuto” che d’improvviso diventa capo del governo, ma che “non rappresenta niente e nessuno”.
Era tuttavia una scelta anonima e non ingombrante per Lega e M5S del 2018, per potere governare insieme, senza dovere ritornare a votare.
Per questo il politologo Galli della Loggia lo ha definito “il trionfo dell’anomalia politica italiana, un’anomalia assurda”.
Della sua debolezza Conte ha fatto un punto di forza quando, con astuzia – dopo essere arrivato a Palazzo Chigi, anche grazie a Salvini – nell’agosto 2019 colse l’occasione di interpretare l’Anti Salvini per accreditarsi col Pd, cosicché ha potuto presiedere di seguito due governi con personale proveniente da partiti contrapposti.
Secondo Galli della loggia potrebbe presiedere indifferentemente governi con qualunque maggioranza. C’è un noto aforisma di Groucho Marx: “questi sono i miei principi e se non vi piacciono ne ho altri”. Lo stesso può dire Conte delle sue idee.
Sembra tuttavia che questo Conte non scandalizzi più di tanto il pubblico e la stampa benpensante. Si dice, o si diceva, che abbia un certo consenso. Addirittura si era arrivati a pensare ad un Conte TER, cioè ad un terzo governo consecutivo con maggioranza ancora diverse. Anomalia.
Ricordiamo che nelle elezioni politiche del 2018 si sono confrontati tre schieramenti: il Centrodestra, i grillini e la Sinistra.
La coalizione che ha avuto più voti (vicino al 40%) è stata quella di Centrodestra, alla quale non è stata data la possibilità di cercare una maggioranza in Parlamento.
Scartata questa possibilità, si è imposto il ruolo centrale del M5S che aveva raggiunto il 32% dei voti, la maggioranza relativa in entrambe le Camere, espressione di un voto di protesta contro i disastri del Pd, identificato come il partito della casta, del malgoverno.
I grillini hanno avuto successo perché contrapposti al PD… col quale si erano giurati un odio eterno in campagna elettorale….
Ma per restare al potere ci si allea col nemico di ieri e ci si fa dell’alleato di ieri il nemico comune di oggi. Non si va a votare perché i sondaggi danno il nemico vincente nel confronto nelle urne: Anomalia italiana.
La centralità del M5S è stata un’altra devastante anomalia, per la clamorosa impreparazione dei suoi eletti, per l’assurdità delle loro idee e perché – essendo un voto di pura protesta – in breve tempo, nel corso di un anno, il consenso verso di loro è crollato nel Paese (infatti si è dimezzato alle europee del 2019). Lo slancio riformatore che, a volte, un movimento può vantare agli inizi, si é presto dissolto.
Quelli di 5 stelle sono ormai percepiti “come gli altri, se non peggio”.
In uno stato dove la democrazia funziona, se non c’è maggioranza si va a votare, oppure si cerca una soluzione che coinvolga tutte le forze politiche per un governo di salute pubblica.
Prima il Paese, prima l’interesse pubblico. Che i politici facciano un passo indietro!
Alla fine ha prevalso, almeno nelle apparenze, la seconda soluzione attraverso l’insediamento di Mario Draghi, dopo vari tentativi patetici ed imbarazzanti di dare vita ad un Conte TER.
MD è ritenuto al di sopra delle parti e sul suo nome viene costruita una vasta maggioranza che lo sostiene.
Anche questa è una anomalia italiana, solo nel nostro paese abbiamo un capo del governo che non è espressione dei partiti; infatti non ha mai partecipato ad una elezione popolare, neppure sappiamo come la pensa, per chi ha votato in passato.
Si fa comunque paladino della Unione europea e dell’atlantismo, si propone di gestire l’emergenza e di avviare alcune riforme per tenere il paese a galla.
La composizione del governo ha provocato comunque una certa delusione, per la scarsità dei componenti di “alto profilo” che si era sperato e per la residua presenza di troppi politici.
Un compromesso con la partitocrazia c’è stato, ma si è evitato il peggio, cioè un governo tutto orientato a sinistra, dove si sarebbe scatenata l’ingordigia dei partiti, di sinistra, nell’occupare tutte le posizioni di potere possibili in previsione della perdita prevista, dai sondaggi, alle prossime elezioni.
Nei vari passaggi alle camere per ottenere la fiducia, poi largamente ottenuta, abbiamo assistito allo sfaldamento del movimento Cinque Stelle, che ha perso molti parlamentari al punto di non essere più determinante per la maggioranza: il movimento ha perso la sua centralità.
Il PD ne esce ridimensionato ed è ragionevole prevedere che anch’esso imploderà quando vi sarà una resa dei conti.
Il buon Salvini ha riacquistato autorevolezza per la sua immagine un po’ offuscata negli ultimi tempi; ha accettato la irreversibilità dell’euro conclamata da Draghi. Nella UE comunque ci si deve aspettare una presenza italiana, non più supina e conformista, ma attiva per interessi del paese. Questo anche grazie alle critiche di Salvini.
L’Italia ore va ad essere governata da una coalizione che è più rispettosa degli equilibri politici presenti nel Paese. L’ora è grave, ma può essere la grande occasione, anche in presenza della Pandemia.
Però le forze dell’inerzia sono sempre presenti, per vanificare ogni sforzo, ma anche questa è una anomalia italiana…