Gemellaggio Monaco/ Dolceacqua: il Comune di Monaco, un approfondimento

La stampa sia monegasca che quella italiana in Liguria, hanno dato ampio spazio a questo avvenimento, che, comunque, avrà luogo nel 2023. Il fatto è significativo  ed importante, ma bisogna notare che il gemellaggio non è fra il Principato e Dolceacqua, ma con il Comune di Monaco. Sì, perché Monaco non è solo Stato, ma anche comune. Vale la pena di parlarne…..

Veduta di Monaco Ville, dove è situato il Comune.

Monaco ha anche un sindaco, che è importante…

Monaco è un Principato, uno Stato, ne siamo ben consapevoli. Ma è anche  un comune, del quale forse non ne siamo altrettanto  consapevoli. Noi, Italiani a Monaco, avvertiamo la presenza dello Stato, delle sue istituzioni : la corte, il principe e le principesse sono il segno incarnato della tradizione monarchica, il Consiglio Nazionale è il Parlamento, l’espressione del popolo monegasco che partecipa alla politica del proprio paese. C’è la polizia onnipresente, protettiva, rivolta alla  sicurezza dei cittadini, siano essi nazionali o residenti. Ci sono il governo e i ministri, molto attivi e dediti a cose concrete. Visibili e “alla mano”, in caso di bisogno.

C’é pure il sindaco che è il capo del Comune, e il consiglio comunale:  quello che forse non tutti sanno è che hanno radici antichissime nella storia di Monaco, da prima ancora che diventasse signoria e poi principato dei Grimaldi.

Andiamo con ordine tuttavia, partendo da ciò  che è oggi: il Comune di Monaco è l’unica divisione amministrativa del Principato di Monaco, e i suoi confini  coincidono con lo Stato. Il comune è nella Costituzione. L’ordinamento comunale è costituzionalmente rilevante e ben 10 articoli gli sono dedicati. Titolo IX , dal 78 all’87, tenendo presente che, in tutto, la Costituzione del Principato ha 97 articoli.

Il Comune di Monaco. Foto © Pages Jaunes.

Il Comune di Monaco dispone di un Consiglio comunale composto da 15 membri.  Sono elettori i poco più di 7.000 cittadini monegaschi; per essere eletti è necessario aver compiuto 21 anni. I residenti stranieri sono naturalmente esclusi da queste votazioni.

Il sistema elettorale è plurinominale a due turni, su liste : ogni elettore ha quindici voti di preferenza che può distribuire a suo piacere fra le eventuali liste concorrenti, se ci sono. Sono eletti al primo turno i candidati della lista che ottiene la maggioranza + uno  dei voti.  Se una lista ottiene il 49,99 % non ha nessun eletto. È tuttavia possibile il panachage, cioè  votare una lista e un candidato di una lista diversa.

Il consiglio elegge nel suo interno il sindaco e i suoi adjoints, ossia gli assessori. La consuetudine politica  è che il candidato alla prima poltrona cittadina sia  indicato agli elettori nella figura del capolista della lista più votata. Il sindaco attuale è Georges Marsan, di professione farmacista, in carica dal 2003  e via-via rieletto ogni quattro anni fino alle ultime  elezioni del 2019. Resterà in carica fino al 2023.

Georges Marsan, sindaco di Monaco. Foto © Monaco Tribune.

Qualche cenno di storia

La Costituzione del 1911 divise il vecchio Comune di Monaco nei tre comuni di Monaco-Ville, Monte-Carlo e La Condamine, ma il governo del principe fu accusato di aver operato una forma di divide et impera nei confronti dell’unica istituzione democratica del Paese, avendo il Consiglio nazionale, da poco costituito, poteri estremamente limitati. Le polemiche portarono in tempi relativamente brevi alla revisione della decisione, restaurando il Comune unico con una legge del 1917, operativa dall’anno successivo. Da allora il territorio monegasco è amministrativamente indiviso, e i quartieri cittadini hanno unicamente funzioni statistiche.

L’anno 1911 era stato cruciale per la storia di Monaco. Regnava allora Alberto I, sovrano illuminato, scienziato ed esploratore, grande navigatore. Era un uomo sensibile e di fronte alle inquietudini del popolo monegasco di allora, che non partecipava come era auspicabile alle fortuna del Principato, volle rispondere adeguatamente  alle esigenze del momento e concesse quella Costituzione che fece di Monaco uno Stato costituzionale.

Quella Costituzione é quella ancora vigente oggi, sia pura largamente emendata ed aggiornata.

In quella occasione il Principe, invece di trasformare la antica istituzione comunale in un parlamento, volle costruire ex novo il Consiglio Nazionale come espressione dei nuovi tempi; tuttavia riformò addirittura  l’antica istituzione dividendo  il territorio del Principato in tre comuni. La decisione comunque non si rivelò felice e si ritornò all’unica amministrazione comunale, che è quella di oggi anche se aveva radici antichissime.

Monaco nel 1911. Foto Collezione privata.

Il comune antico o universitas

Dai libri di storia apprendiamo che fin dal XIII secolo la comunità degli abitanti, i capofamiglia, si riunivano periodicamente per discutere di interessi comuni come la gestione del territorio, la manutenzione di strade e sentieri, della chiesa, degli ospedali. Si parlava di feste padronali, ma anche come provvedere alla difesa in caso di attacchi nemici. Questo succedeva ancora prima dell’arrivo dei Grimaldi. La repubblica di Genova, del cui possedimenti allora Monaco faceva parte, delegava i suoi “castellani” che presiedevano queste riunioni. I Grimaldi mantennero queste usanze e le rafforzarono e condivisero con il popolo monegasco, la universitas, la cosiddetta ordinaria amministrazione degli affari della Signoria – poi Principato – di Monaco.

Le cose pare abbiano funzionato abbastanza bene in perfetta armonia  fra popolo e principe. Nel XVI secolo si ha notizia che l’istituzione si è formalizzata. La comunità é gestita da un consiglio composto da quattro sindaci , dodici consiglieri, il podestà, che rappresenta il principe, che presiede e che si fa assistere da un segretario, coadiuvati da funzionari del Comune.

Francobollo che mostra un abitante di Monaco del XVI secolo. Foto © 123RF.

Col tempo le riunioni  si fecero sempre meno frequenti. Nel 1790, il Principe Onorato III, ai tempi della Rivoluzione francese, introdusse un consiglio comunale di 18 persone con l’intenzione di organizzare il territorio.

Poi ci fu l’occupazione dei francesi, l’abolizione del Principato e l’annessione alla Francia. Seguì la Restaurazione e poi la storia del Principato ebbe una svolta radicale, ma del Comune non si hanno molte notizie fino a quelle del 1910 , anno fatidico in cui si avviarono le grandi riforme del 1911 : la Costituzione e perfino l’istituzione di tre comuni. 

Dopo il ripristino di un solo Comune, nel 2018, l’attività di questo ente è stata ordinata e tranquilla e i vari sindaci si sono succeduti senza scosse.

Qualche “brivido” solo nel 2015

Nella primavera del 2015 sono indetti i comizi elettorali per il rinnovo del Consiglio Comunale. Contrariamente alle elezioni  precedenti questa volta vi è un gruppo di persone, che si presenta come alternativa al sindaco in carica, Georges Marsan, proclamando che è ora di cambiare. La lista concorrente si chiama Un regard Neuf capeggiata da Frank Nicolas. Abbiamo avuto modo di leggere i programmi di entrambi gli schieramenti e non abbiamo notato alcunché di notevole. Gli uni propongono di fare meglio degli altri le stesse cose.

L’interesse nella competizione elettorale si accentua quando viene annunciata la candidatura, nella lista promossa da Frank Nicolas, di un componente della famiglia del principe. Si tratta della signora Cecile Gelabale de Massey, moglie separata del Barone Christian de Massey, imparentato con la famiglia del principe Alberto.

La lista elettorale Un Regard Neuf del 2015. Foto © Twitter.

La notizia sconcerta e provoca la riprovazione del Palazzo, poiché vi è una antica e consolidata tradizione secondo la quale i membri della famiglia regnante non devono essere coinvolti nella politica e partecipare a competizioni elettorali. La candidatura viene pertanto ritirata creando un certo imbarazzo ai promotori della lista.

Si arriva così alle elezioni, con qualche tensione e larga partecipazione, oltre il 60% degli iscritti, ma i risultati non danno adito ad alcun dubbio. Stravince la lista Evolution communale del sindaco uscente, con il 75% dei voti. Si prende tutti i 15 seggi in palio. Il sistema elettorale non consente alla minoranza nessun seggio e quindi… non c’è minoranza rappresentata nel consiglio comunale.

Il sindaco riconfermato: Georges Marsan, viene insediato dopo un mese dalle elezioni in forma solenne. Sarà confermato nuovamente nel 2019, ed è tuttora in carica fino al 2o23, come abbiamo visto.

Quali sono le competenze del Comune?

Ricordiamo che il Comune impiega  circa 650 persone suddivise in 19 servizi municipali raggruppati in  6 settori:

– Affari sociali: iniziative a favore della piccola infanzia, assistenza agli anziani

– Affari culturali :  la mediateca, l’ Accademia Rainier III, la Scuola superiore di arti plastiche,  il Jardin Exotique.

– Attività di animazione, le feste e le ricorrenze.

– i servizi amministrativi come anagrafe, stato civile, sport, demanio, affissioni

– Gestione delle risorse umane, le comunicazioni e i servizi tecnici.

Inoltre il parere del consiglio comunale è rilevante, anche se non vincolante, quanto si tratta di prendere importanti decisioni in campo urbanistico, sul traffico e destinazioni commerciali.

Il Comune è pertanto competente per i rapporti con altri comuni e la pratica del gemellaggio è una consuetudine molto diffusa in Europa. L’ idea è nata da una proposta dei sindaci, come sintetizzato da questa lettera.

Foto © Riviera24.

Come si vede dalla lettera i sindaci evocano un fatto importante nella storia dei rapporti fra Monaco e di Dolceacqua , avvenuto nel 1523. Allora quelle zone di confine erano oggetto di rivendicazione fra le potenze di allora e causa lotte e guerre fra Genova, Milano, Savoia, Spagna e Francia. 

Dolceacqua ebbe nel Cinquecento  periodi turbolenti, oggetto di disputa fra i Grimaldi di Monaco e i Doria.

Oggi è un ridente borgo ligure, comune di 2000 abitanti, una piccola capitale del vino, il Rossese di Dolceacqua DOC.

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Il Ponte di Dolceacqua. Foto © Turismo.it

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Bibliografia e fonti di informazioni: La stampa locale (Monaco Matin, L’Observateur de Monaco, Monaco Hebdo, La Gazette de Monaco, La Principauté).

Per i riferimenti storici: Mauro Marabini “Monaco, il Principato, per la grâce de Dieu” – Liamar Multimedia, 2020.