1) Parliamo di vino: i vini del ponente ligure
2) Quale è il vino di Monte-Carlo?
Parliamo di vino: i vini del Ponente Ligure
Il vino diventa sempre più importante: nella stampa, su internet e perfino nelle conversazioni occasionali. Se ne parla e si scrive molto a proposito.
In una altra occasione, abbiamo parlato dei vini di Monte-Carlo e documentato come fama e cultura dello Champagne abbiano avuto un grande luogo di risonanza qui a Monte-Carlo ai bei tempi della Belle Epoque.
Da allora tante cose sono cambiate, in meglio per fortuna, e oggi constatiamo la grande diffusione dell’interesse verso il vino e della consapevolezza che questa bevanda é legata alla nostra cultura e alla nostra identità.
Se ne beve meno come abitudine, ma si cerca la qualità.
Siamo orgogliosi, come italiani, del grande successo dei vini italiani nel mondo e vediamo che anche qui a Monte-Carlo sono apprezzati.
Come Italiani di Monaco tuttavia siamo consapevoli della grande tradizione francese e ne siamo estimatori, pur non nascondendo il nostro orgoglio nel sapere che l’Italia, da alcuni anni ormai, é il primo produttore mondiale di vino, nonché primo esportatore nel mondo.
Ecco alcune cifre per dare una idea del fenomeno a livello planetario.
Prendendo in esame i primi dieci produttori mondiali di vino, l’Italia con 48,5 milioni di ettolitri si conferma il primo produttore, seguita dalla Francia (46,4 mll/hl) e dalla Spagna (40,0 mln/hl). Alto anche il livello produttivo negli Stati Uniti (23,3 mil/hl) e Australia (13,7 mll/hl). Torna a livelli elevati anche l’Argentina (11,8 mll/hl) dopo anni difficili, dovuti alle situazioni atmosferiche in alcune zone del paese.
La Cina si attesta al settimo posto nella classifica dei Paesi produttori seguita dal Sudafrica, Cile e Germania che sono rispettivamente all’ottavo e al nono posto. In decima posizione c’é il Portogallo a 5,6 mln/hl.
Questi dati si riferiscono al 2018, anno che segue quello sfortunato del 2017 per la produzione, che ha avuto un calo consistente a causa di avverse condizioni ambientali, rispetto al 2016.
In tutto il mondo si producono e si consumano, più o meno, circa 250 milioni di ettolitri, per anno. Noi italiani ne consumiamo 22 milioni, i Francesi 36 milioni, gli spagnoli 32 e gli americani 23. Seguono Germania, 20 milioni, e Cina 17 milioni. Non sappiamo ancora quali saranno i dati dopo il Corona Virus.
Contemporaneamente alla diffusione dei consumi si sono affermati i grandi vitigni internazionali: Cabernet- Sauvignon, Chardonnay, Sauvignon Blanc, Sirah, Pinot Noir , Merlot e quelli di origine italiana come Glera (Prosecco), Sangiovese, Nebiolo, Pinot grigio. Si conferma la presenza universale dello Champagne che comunque trova una grande concorrenza nel Prosecco, negli spumanti metodo classico italiani e nei Cava spagnoli.
L’interesse verso il vino spinge comunque la ricerca di nuove nicchie e la riscoperta di vini e vitigni ancora poco conosciuti sul mercato internazionale, che ha la tendenza ad uniformarsi nei gusti.
Di questo vogliamo parlare e fare conoscere una zona vitivinicola, fuori porta si diremmo noi italiani.
Fuori porta rispetto a Monaco, ça va sans dire.
La nostra nicchia é proprio qui a due passi.
I Vini del Ponente ligure; a pochi chilometri dal Principato
Questa breve nota ci porta alla scoperta di luoghi e di vini che incontriamo subito dopo il confine: fra colline e monti vicini al mare, nel retroterra della riviera italiana di Ponente, nella provincia di Imperia/ San Remo. Occasioni di Enoturismo, sotto casa per chi abita nel Principato o a Mentone
La Liguria costituisce il passaggio tra le Alpi e gli Appennini, stretta fra monti e mare.
La caratteristica della regione, dal punto di vista vitivinicolo, è la presenza in molte colline di vigneti ubicati in terrazzamenti che spesso sono a strapiombo sul mare, laddove è impossibile arrivare con macchine e motori. Quindi il vino é difficile da produrre e la viticoltura é “eroica”.
La regione può essere divisa dal punto di vista del vini in tre zone.
PONENTE , LEVANTE e , al centro , Genova.
In questa nota ci limitiamo al Ponente, un piccolo territorio vitivinicolo percorribile in una ora, più o meno, di auto da Mentone e non si fanno comunque più di cento chilometri.
Al confine, in provincia di Imperia, troviamo il vitigno Rossese che ha una somiglianza spiccata con il gamay , il vitigno del Beaujolais ; si tratta un vino facile da bere, con una morbidezza intrinseca che lo fa abbinare con la gastronomia del territorio. Il Rossese é uno dei pochi vini rossi che, secondo autorevoli pareri, può essere bevuto anche col pesce. Deve essere fresco, ma non freddo.
Del Rossese esiste anche la denominazione “ superiore”, che vuol dire che ha subito un processo di invecchiamento in botti di legno . Il vino superiore si conserva nel tempo ed ha profumi più pronunciati.
Il vino ha la sua denominazione
— DOC DOLCEACQUA o ROSSESE DI DOLCEACQUA
Dolceacqua é il borgo più pittoresco della Liguria occidentale; si trova a a cinque chilometri dal mare, é un comune di 2000 abitanti. Si raggiunge da Monaco in circa un’ ora, a 39 chilometri.
Il vitigno ha origine antiche, ma che non sono note. Era apprezzato dai marinai che erano imbarcati in navi genovesi. Conosciuto e valorizzato da Napoleone Primo che lo pretese a Parigi alla sua mensa.
Nelle Province di Imperia e Savona troviamo, anche, e soprattutto , due vini bianchi importanti, provenienti dal vitigno con lo stesso nome :
il Vermentino, che qui assume una connotazione più strutturata rispetto al Vermentino di altri territori, e il Pigato, altro vitigno di particolare sapidità. Alcuni estimatori dicono che “sa di mare”.
Vi é anche un altro rosso : l’ Ormeasco ( che é il nome che qui in Liguria viene dato al dolcetto del Piemonte), prodotto anche in versione rosé secco chiamata SCIAC-TRÁ’
Il vino Sciac-trà DOC è per l’appunti un vino rosato prodotto da uve 100% Ormeasco .
Il nome “Sciac-trà” deriva dal dialetto locale e significa “schiaccia e trai”, proprio in relazione al metodo di vinificazione tipico del vino rosato: il mosto viene lasciato a macerare sulle bucce circa dodici ore per raggiungere la tipica colorazione rosa cerasuolo
Il vino Sciac-trà si presenta rosato di colore , dall’aroma gradevole, dal sapore secco, fresco ed armonico.
Perfetto come aperitivo, lo Sciac-trà si abbina bene ad antipasti , risotti o paste con verdure, primi piatti al pesto genovese, frittate con verdure o formaggi morbidi e delicati. Va bene anche a piatti di pesce.
Questo vino é da non confondere con lo sciacchetrà, vino dolce delle Cinque Terre.
Le denominazioni di questi vini liguri in provincia di Imperia e in parte in quella i Savona sono:
—DOC RIVIERA LIGURE DI PONENTE
dove si hanno vini bianchi con Vermentino e Pigato , rossi con Rossese.
e
—DOC PORNASSIO o ORMEASCO DI PORNASSIO
Pornassio é un piccolo comune di collina di quasi 700 abitanti. Un po’ fuori mano al confine col Piemonte, sull’antica via del sale. In agosto si fa la festa dell’Uva. Si raggiunge in un’ora e tre quarti, a 90 chilometri.
Nelle colline attorno a Savona, a Quiliano principalmente, si trovano, sempre nell’ambito dalla DOC Riviera di Ponente, alcune aziende che producono vino col vitigno Granaccia , altrove chiamato Alicante o Garnacha in Spagna, Grenache in Francia e Cannonau in Sardegna. Si tratta di un vino rosso di buon corpo, adatto anche alla cacciagione.
Quiliano é un piccolo centro in collina, 7000 abitanti, luogo per un turismo alternativo , di partenza per percorsi di scoperta della natura.
Questo é il luogo più lontano e infatti é in provincia di Savona, 130 chilometri , un’ora e tre quarti in auto.
Nel territorio le guide italiane dei vini segnalano almeno 20 aziende vitivinicole: la più vicina si trova a Camporosso, piccola città contigua a Ventimiglia lungo l’itinerario che porta a Dolceacqua.
Si trova infatti l’azienda vitivinicola Foresti (www.forestiwine).
Altre segnalazioni a Dolceacqua , www.dunemu.it, www.terrebianche.it
Nel piccolo centro di Soldano,900 abitanti,
www.kamancine.it; www.danilapisano.it; www.poggidellelmo.com
Possiamo segnalare altri vignaioli : come abbiamo detto in tutto sono una ventina da scoprire e valorizzare. I vigneti sono piccolissimi: da quattro a venti ettari. Molti sono ben attrezzati e nelle loro cantine si può mangiare, fare spuntini e provare la grande cucina ligure di terra e di mare.
La Riviera di Ponente merita comunque una visita a prescindere dal mare alla ricerca e scoperta di vini che si trovano solo da queste parti. Le vigne sono in collina e questi itinerari escludono il mare, ma possono includere opere d’arte costruite dagli uomini in tanti secoli di storia.
Infatti Ventimiglia é interessante perché capolinea per cercare questi i vini , ma anche per i suoi retaggi storici.
In questa città è interessante vedere la Cattedrale dedicata alla Vergine Assunta, eretta nei secoli XI-XII sulle rovine di quella di epoca Carolingia. La tradizione ci tramanda che essa é stata costruita sulle rovine di un tempio pagano , dedicato a Giunone Regina.
All’interno si possono ammirare un’imponente Fonte Battesimale (posizione centrale) e una serie di affreschi quattrocenteschi portati alla luce da recenti restauri. Si prosegue quindi per Camporosso, da dove ci si dirige verso l’entroterra sino a Dolceacqua, luogo di maggiore produzione dell’omonima denominazione , situato al centro della Val di Nervia, dove il clima, mitigato dal mare e dal fiume Nervia, é particolarmente adatto alla coltura della vite.
Dolceacqua, al quale abbiamo già accennato, è un borgo medievale caratterizzato dal “Ponte a schiena d’asino”, l’elegante ponte romano che ha ispirato il pittore francese Claude Monet che nel 1884, rimanendo incantato dall’insieme castello-ponte, decise di dipingerlo in ben 4 tele.
Da un altro lato invece si raggiunge Triora, noto anche come il paese delle streghe. Qui, ai tempi dell’Inquisizione, si svolse un processo contro alcune donne accusate di stregoneria e di aver causato morti, pestilenze e carestie. Imprigionate e torturate, alcune confessarono e furono messe al rogo. Ma il presente di Triora è decisamente più ridente:
il bel borgo medievale e i suoi boschi montani – luogo di confine con Briga e la val Roia, territori ceduti alla Francia nel 1947 – sono rinomati per i funghi, cui è dedicata una bella sagra a fine settembre; le lumache sono invece la specialità del vicino comune di Molini di Triora dove vengono cucinate secondo tradizione con olio, vino, aglio e abbondanti erbe selvatiche locali, dall’alloro alla menta. Luoghi e sapori unici, da scoprire in ogni stagione grazie al clima mite che rende piacevoli anche gli inverni e ai corsi d’acqua incontaminati che d’estate si rivelano un’ottima alternativa alle spiagge più affollate.
Sono tanti i luoghi del vino, ma non solo, per una gita diversa : alcuni li abbiamo già segnalati ,altri sono:
Ranzo, (cantina www.brunapigato.it ) san Biagio della Cima,( cantina: Maccario Dringenberger ) Pontedassio, (cantina www .lauraaschero.it) pieve di Teco,Apricale, Vallebona, Perinaldo., Triora.
Quale é il vino di Monaco, o per essere più precisi, quello di Monte-Carlo?
Lo Champagne, ça va sans dire.
In un libro a suo tempo di una certa fama, CHAMPAGNE, di Mino Caudana e Jean Claude Laurier (EDI EUROPA 1968),vengono celebrati i fasti “monegaschi” di questa bevanda divina.
In una occasione storica,citata nel libro, si ricorda l’ inaugurazione del Casino alla vigilia di Natale del 1863 ,da parte del nuovo gestore nonché proprietario François Blanc.
Questo signore,di cui abbiamo già parlato , é il nuovo proprietarie del complesso che in seguito diventerà la SBM; é stato scelto dal Principe Carlo per rilanciare l’attività del principato e fare di esso un grande polo di attrazione turistica e mondana.
Blanc conosce il mestiere ,sa come fare : ha portato alla prosperità la città termale di Homburg, facendo di questa sonnolenta cittadina delll’Assia la stazione turistico-mondana più importante della Germania. A Monaco farà di meglio e di più.
Prima di Natale,alla viglilia , tutto é pronto per l’inaugurazione ;le cantine sono piene di champagne. Dice lo stesso Blanc”chi beve bene, gioca con maggiore spensieratezza”. Sono stati invitati i personaggi più importanti del Gotha Europeo, dell’alta borghesia emergente e tutto quanto sarebbe stato chiamato oggi il “jet-set”.
Un menu , ovvero la lista dei cibi, é impressionante:
salmone affumicato d’Olanda
fines Marennes glacèes (ostriche,quelle più costose e prelibate)
ox-tail clair en tasse (diremmo in italiano più modestamente – brodino ristretto in tazza di coda di bue-)
velouté de HOMARD au paprika ( crema di aragosta)
trota salmonata à la Chambord
sorbet au Clicquot
tourte de ris de veau ( tortino di animelle di vitello) et pommes DAUPHIN
poulard soufflé imperiale
paté de fois gras d’Alsace,asperges d’Argenteuil
ed infine dessert vari, come le crêpes flambées au Grand Marnier, coffres de friandises,corbeilles de fruits.
E che cosa bere “avec”?
Champagne,champagne champagne
Quali marche ?
Mumm 1855
Veuve Clicquot 1853
Sillary 1856
Da allora, a Monte-Carlo e dintorni, la costa fu inondata dallo Champagne, almeno alle mense di coloro che potevano permetterselo. Non erano molti in verità, pero’ andavano quasi tutti a svernare a Monte-Carlo.
La tradizione dello champagne si é mantenuta fino ad oggi. Ogni avvenimento viene sempre accompagnato da questa bevanda :siano pranzi di gala, inaugurazioni di gallerie d’arte aperture di congressi, convegni, raccolte di fondi ed aperitivi “dinatoires”.
Anche in luoghi modesti come trattorie e bistrot non manca mai la proposta di iniziare con una coppetta di champagne.
In tutte le carte dei vini la lista degli Champagne é lunga e con una larga gamma di prezzi, tutti relativamente elevati, dai millesimati ai non millesimati. Il più delle volte si puo’ ordinare al bicchiere; per le grandi occasioni ci sono i magnum.
Le liste dei vini sono adeguate: l’uso nei ristoranti francesi,anche modesti, é quello di presentare una vasta gamma di vini, in eleganti raccoglitori rilegati.
Di solito si comincia con gli Champagne, seguono i Bordeaux, i Borgogna, la Loire, e la Cote du Rhones. I vini locali hanno una evidenza modesta,ma comunque di solito la carta contiene nella parte finale i vini di Provenza. Ci avviciniamo cosi a Monaco , ma a Monaco nelle sue vicinanze,
non ci sono vini né zone vitivinicole. Monaco quindi gode dell’indubbio privilegio di offrire scelte di vini simili a quelle che si possono trovare a Parigi, cioé la scelta é universale, come penso fosse ai bei tempi della Belle Epoque , champagnes di tutti i tipi,ma comunque champagne e grandi vini di Bordeaux e Borgogna. Rigorosamente selezionati , conservati ed invecchiati nelle cantine dei grandi alberghi.
Le cantine dell’Hotel de Paris sono considerate le più grandi del mondo:1500 metri quadrati di superficie scavati a 13 metri sottoterra fra il 1874 e 1884. Seicento mila (600.000) bottiglie e seimila referenze. I vini più cari e famosi di annate che rimontano dal primo Ottocento fin dal lontano 1835.Tutti i millesimati che hanno dato un significato alla storia del vino sono conservati in questi locali, che sono si visitabili, ma occorre fare regolare domanda ed averne i titoli. Otto persone hanno cura del tutto a tempo pieno. Il valore di questo stock é veramente incalcolabile in quanto le singole bottiglie vengono caricate a prezzo di acquisto e non si procede all’adeguamento dei valori al giorno d’oggi.
Cogliamo questa occasione per ricordare che la produzione annuale di CHAMPAGNE é di oltre 300 milioni di bottiglie,quasi la metà viene mandata all’estero., in Italia fra i cinque e sei milioni di bottiglie per anno.
Consoliamoci, come italiani, pensando che di PROSECCO se ne produce un po’ di più e negli anni 2013 e 2014 le vendite di prosecco,nel mondo ,hanno battuto quelle dello champagne.
Comunque non si vive solo di champagne e di grandi vini d’annata provenienti da grandi Chateaux; non ci sono solo le grandi tavole dove naturalmente non ci si puo’ permettere di andare tutti i giorni. Il Principato di Monaco ha si grandi occasioni gastronomiche,legata alla sua storia, che divide con altri luoghi famosi come Cape Ferrat, Cannes, saint Tropez.
Siamo,tuttavia, in Provenza luogo,anche, di villeggiatura di massa, con spiagge, giardini , colline,villaggi reconditi e in questo mondo in terrazze, caffé,trattorie, pizzerie,osterie, bistrot ,locali all’aperto,si beve ,in estate il Rosé, spesso in pichet ( la caraffa che contiene un quarto di litro di vino), fresco, leggero, poco costoso e che si combina tanto bene alla cucina mediterranea del luogo.
Il consumo vasto e generalizzato di Rosé é divenuto un tratto distintivo della Provenza e in generale di tutta la Francia del sud, da Mentone , attraverso Marsiglia, fino al confine con la Spagna.
Si é trattato di un gran lavoro e di tanta ricerca del quale dobbiamo dare atto ai vinoviticultori della Provenza che col tempo hanno creato e imposto una bevanda che fosse adatta al clima e ai tempi della loro regione e che non fosse costosa.
Oggi il Rosé che, fino a non poco tempo fa,era considerato un vino non proprio di prima scelta, per il suo sistema di lavorazione, ha raggiunto i suoi quarti di nobiltà e viene proposto anche da case vinicole prestigiose accanto a più blasonati rossi e bianchi.
Ha fatto notizia l’acquisto da parte della celebre coppia Brad Pitt e Angelina Jolie di una tenuta in Provenza e della produzione di Rosé.
Il loro vino ha avuto un grande successo di mercato, gli americani hanno fatto da grancassa. In verità il l vino é di qualità perché hanno associato alla loro produzione un vigneron provenzale di buona reputazione. Non é neppure caro, si puo’ acquistare on -line a 15,5 euro la bottiglia.
Ci sono alcune aziende vitivinicole che si sono fatte una buona reputazione e segnaliamo alcuni nomi di rosé che sono reperibili a Monte- Carlo, dove la scelta dei ristoratori e relativi sommellier -a Monaco esiste una Association Monegasque des Sommelies con cinquanta soci professionisti -é selettiva in quanto si ritiene che coloro che amano il vino siano particolarmente esigenti.
Una azienda molto rinomata perché é stata la prima a proporre rosé di qualità é la Maison Ott, di cui sono apprezzati anche i rossi e i bianchi. Altro nome prestigioso quello di Chateau D’Esclans. Altri marchi ricorrenti nelle grandi tavole monegasche sono :
Chateau Sante Beatrice , Commanderie de Peyrassol, Minuty prestige Rosé, Domaine Gavoty e Chateau de Sainte-Roseline
Tuttavia qualche riserva e cautela rimangono.
Leggiamo a pagina 534 di “Le guide des meilleurs vins de France 2015”, catalogo annuale dei vini di Francia della rivista LA REVUE DU VIN DE FRANCE.
-l’image des vins de Provence est associé au petit rosé frais que l’on sirote en été durant les vacances et qui se révèle bien souvant inbuvable une fois le mois de septembre arrivé-
Riteniamo che questo giudizio sia un po’ ingeneroso ed infatti viene in parte corretto in seguito dai redattori della rivista stessa, nel corso della presentazione delle varie proposte di rosé nelle loro pagine.
A nostro parere il rosé é entrato nei costumi ed abitudini del bere soprattutto in Francia, paese di vacanze e di cucina raffinata e popolare percorsa da milioni di turisti: oseremo dire che é ,lungo le rive del Mediterraneo, parte nel paesaggio.
Nella vasta offerta consigliamo essere selettivi , stare attenti all’etichetta ed essere cauti col vino in pichet. Un terzo del vino consumato in Francia é rosé e nel 2013 ne sono stati prodotti 7 milioni di ettolitri. Il fenomeno si sta diffondendo in tutto il mondo, cosi’ come in tutto il mondo si sta sviluppando in misura ancor maggiore il consumo delle bollicine(spumanti) italiane.
Tornando a Monaco dobbiamo tuttavia confermare che non ci sono vini e vigne (nel senso di aziende produttrici di vino) nelle vicinanze anche se esiste a 35 chilometri un piccolo territorio ,in colline impervie dietro di Nizza, dove si trova la minuscola denominazione (AOC) di Bellet. L’azienda SAS Chateau de Bellet ,ora appartenente ed un fondo di investimento francese produce ottimi vini,bianchi rossi e rosé , in una tenuta di 13 ettari, ritenuti tuttavia un po’ troppo costosi in rapporto agli altri vini di Provenza.
ll punto centrale della Provenza vitivinicola ,che é una regione vastissima con tante denominazioni,si trova a Brignoles nel Var a 144 chilometri.
Il luogo vicino a Monaco,in Italia con accesso facile per chi volesse fare turismo enologico é subito dopo Ventimiglia, a Camporosso , che si trova nella zona dove ci sono le varie DOC della Riviera Ligure di Ponente,fra cui quella di Dolceacqua, a 42 chilometri. Qui si incontra l’azienda vinicola Foresti, ben attrezzata ed accogliente per ricevere visitatori.(www.forestiwine.it)
Qui si trovano i Rossese, Pigato e Vermentino ,vini liguri di antico lignaggio che non godono tuttavia della diffusione e fama che dovrebbero meritare.
Il Rossese é un vino rosso di medio corpo,con tannini leggeri, che si puo’ bere fresco,se giovane, anche con le specialità di pesce della cucina ligure. Invecchiato puo’ accompagnare tutti i tipi di carne, specialmente alla griglia.
Vermentino e Pigato sono bianchi eleganti e delicati con profumi di macchia mediterranea. Sanno di mare,sono un po’salati,alcuni dicono,ma andrei cauto con questi giudizi.
Il Vermentino é un vitigno diffuso in molte aree del mediterraneo,in Toscana, Sardegna, Corsica, Francia del sud (dove prende il nome di” rolle”, che é un componente nei bianchi di Provenza) . Il Pigato é ritenuto la variante ligure dello stesso vitigno.
Per chi é disponibile ad andare più lontano,
ricordiamo che a tre ore da Monaco si trovano le Langhe e qui siamo ai più alti livelli dell’enologia, non solo italiana ,ma mondiale.
NEL PIEMONTE si trova l’eccellenza italiana dei vini ed é sufficiente citare alcuni nomi Gaja,Pio Cesare,Aldo Conterno, Ceretto, Borgogno.
I vini si chiamano Barolo e Barbaresco, ma anche Dolcetto, Barbera e tanti altri perfino grandi vini bianchi e Spumanti .
Ricordiamo fra i bianchi il Gavi, e La Favorita , che é ritenuto simile al Vermentino, vino bianco rivalutato di recente. Segnaliamo una cantina che abbiamo visitato dopo averne gustato i vini a Monaco, in una occasione speciale : Gianni Gagliardo ,La Morra(221 km.2h30) www.Gagliardo.it.
Non dimenticare che
Il territorio delle Langhe, Roero e Monferrato(VINEYRD LANSCAPE OF PIEDMONT of….) ha avuto l’anno scorso un grande riconoscimento:l’inclusione nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco
La proclamazione ha avuto luogo in una assemblea che si é svolta a Doha (Emirati Arabi) il 25 giugno 2014.
In quella occasione il numero dei siti é arrivato a 1000
L’Italia é quella che ne ha di più : 50
La Cina ne ha 47, la Spagna 44, la Francia 43.
Ricordiamo il fatto in queste pagine perché a Monaco, in occasione di un incontro promosso dall’Associazione degli imprenditori italiani,10 marzo 2015, il dr Roberto Cerrato, promotore dell’avvenuto riconoscimento, ne ha parlato ai presenti di fronte al nostro ambasciatore, e notabili monegaschi.
La Francia si é agitata e da allora con grandi manovre ha ottenuto il medesimo prestigioso riconoscimento per lo Champagne e la Borgogna.
L’Italia e la Francia sono in eterna competizione nel vasto campo del vino,ma negli ultimi due anni l’Italia ha consolidato il suo primato, produce oltre 49 milioni di ettolitri per anno seguita dalla Francia con 47, terzo paese produttore é la Spagna, poi gli U.S.A.
L’Italia é inoltre il primo paese esportatore.
Torniamo nel Principato
Malgrado il grande successo dei vini italiani questi sono relativamente poco diffusi nel Principato; i ristoranti, soprattutto da quelli di fascia medio-alta fino ai lussuosi, propongono liste dei vini ,come abbiamo detto,come se fossero a Parigi. I vini italiani sono poco numerosi, ma dobbiamo riconoscere che aumentano sempre più e vengono presentati marchi e denominazioni costosi e consolidati.
Naturalmente i numerosissimi ristoranti italiani presentano una vasta selezione di vini di casa nostra, ma presentano pure la solita vasta gamma di vini francesi dai quali qui a Monaco non si puo’ prescindere. Vengono messi in lista i rosé, ma con moderazione. I vini proposti di solito sono firme collaudate, soprattutto rossi (toscani e supertuscans), per i bianchi primeggia il Gavi.
Nel grande supermercato Carrefour di Fontvielle vi é di solito una grande scelta di vini (francesi) e spesso vi sono tante “foire aux vins” con offerte allettanti. In tali occasioni vi sono pure sommelier che assistono i clienti per le loro scelte. Di solito la qualità dei vini é buona i prezzi sono accessibili e molte marche sono in offerta. Il numero dei rosé negli scaffali é impressionanti in quanto in tutte le zone vocate alla viticultura hanno il loro rosé, soprattutto nel sud-ovest : Languedoc e Roussillon.
Pochi i vini italiani con una selezione un po’ bizzarra : un chianti,un lambrusco ,un bardolino, asti spumante,tutti con prezzi stracciati. Non vi é né selezione né ricerca. Poche bottiglie insieme a quelle di marche spagnole, californiane, cilene ed australiane. Scarsa importanza quindi ai vini stranieri. Hanno molto da migliorare.
Meglio la situazione nelle enoteche.
Per concludere: come si beve a Monaco?
Direi bene con una scelta di vini vastissima ed un gusto ed una cultura generalizzato . Il mercato é consistente, 100 ristoranti certificati ed altri 140 locali dove si puo’ mangiare e bere. In più c’é la passione per lo champagne,e il consumo sempre più diffuso del Rosé. I vini italiani si stanno affermando sia pure lentamente, grazie alla presenza di ristoranti italiani e all’interesse verso la cultura e la civiltà della tavola del Bel Paese.