Tra il Principato di Monaco e la città di Ventimiglia sono da sempre esistiti dei legami forti.
Proponiamo qui di seguito un testo di Filippo Rostan, che nella “Storia della Contea di Ventimiglia” (Istituto Internazionale di Studi Liguri – Bordighera, 1971) spiega l’importanza di questa relazione, vecchia da secoli.
I Grimaldi a Ventimiglia
Negli anni successivi alla occupazione genovese di Ventimiglia, i cittadini che avrebbero gradito il proseguimento dello stato di Libero Comune Marinaro, pur appartenendo alla fazione ghibellina, si affidarono alla guelfa famiglia Grimaldi, in amicizia con il Governatore di Provenza, per contrastare il più possibile l’ignobile attività interna dei De Giudici e del loro losco Albergo. Le sorti dei Grimaldi nel possesso della Rocca di Monaco, divennero essenziali per il prosieguo di tale politica, cosicché quando tra alti e bassi l’abilità dei Grimaldi riuscirà a far insediare saldamente la famiglia sulla Rocca del Principato, molti ventimigliesi ne furono soddisfatti. Non avrebbero ritrovata la loro libertà diretta, ma potevano aggregarsi a quella “libertà” monegasca, che ancora oggi compiace molti Intemeli.
Carlo Grimaldi, Vicario angioino
Nel 1331, il Governatore della Provenza, Re Roberto d’Angiò indusse anche le fazioni della città di Genova a riconciliarsi, il che fecero in sua presenza, in Napoli, il 3 settembre.
Poco dopo, a Carlo Grimaldi, fatto importantissimo e gravido di conseguenze, vengono concessi Monaco e Roccabruna, che terrà in nome e per conto della Repubblica. Dobbiamo presumere che tale concessione gli venisse fatta sotto la pressione del Re, il quale, in procinto di lasciare il governatorato della Repubblica e prevedendo un ritorno ghibellino, intendeva assicurarsi i vantaggi di una situazione preponderante sulla frontiera.
Già con la pace di Pigna la sorte dei guelfi s’era rialzata: ormai con queste due nuove acquisizioni essi hanno la preponderanza assoluta nella Contea, che da Molinetto a Saorgio e Bordighera, più Dolceacqua e Abeglio, tutto è in mano loro o del Re. Stante le loro aspirazioni separatiste la situazione è tale che la più piccola mossa sbagliata da parte di Genova può provocare l’irreparabile. Irreparabile che, grazie allo stato di perpetua violenza in cui la città viveva, non tarderà a prodursi.
Nel febbraio del 1335, i ghibellini genovesi ritornano al potere. Essi vogliono subito riprendere in mano il controllo della frontiera e si portano con una flotta all’attacco di Ventimiglia e di Monaco. Riconquistano Ventimiglia, ma Carlo Grimaldi li respinge da Monaco, rientra a sua volta in Ventimiglia e, con i guelfi locali, decide senz’altro il grande passo: il passaggio alla Provenza. I deputati ventimigliesi si recano tosto dal Re per la messa a punto e la consacrazione degli accordi e, dopo soltanto tre mesi dal trionfo ghibellino in Genova, il 25 maggio 1335, nella Cattedrale di Ventimiglia, presente il Siniscalco di Provenza, Sanguinetto di Haumont, Carlo Grimaldi, Governatore della Città e Agamellino Grimaldi, Podestà, vengono lette al popolo radunato le condizioni dell’annessione. Con esse il Re crea la Vicaria di Ventimiglia su quella che era stata la Contea di Ventimiglia nella sua massima espansione, escluso San Remo.
I cittadini presenti accettano e la bandiera provenzale viene issata sulla città. Tre giorni dopo i capi famiglia di parte guelfa, radunati nel forte della Rocca, giurano fedeltà al Re.
Le teste di ponte della Repubblica e dei ghibellini dell’alta Italia, contenenti la pressione della guelfa Provenza, sono crollate quasi di colpo. I Lascaris, rimasti isolati e a causa di una impossibile reazione genovese, forse modificarono i termini del loro omaggio, ma i Doria non si sottomisero, e disertarono le loro terre.
L’avvenimento coincideva col ristabilirsi della situazione provenzale in Piemonte dove, il 10 settembre seguente, intervenne un trattato fra il Re e il Conte di Savoia, in virtù del quale questi riconosceva in feudo a Roberto la contesa Possano e gli rimetteva Savigliano.
Con la «Vicaria della Contea di Ventimiglia e Val Lantosca» culmina e ha termine il secondo periodo dell’espansione provenzale.
Nella continuità di queste relazioni di amicizia e cooperazione tra Ventimiglia e il Principato di Monaco, sabato 4 Settembre alle ore 17,50 sarò presente a Ventimiglia, nel Chiostro di Sant’Agostino (Sala Polivalente) su invito della città, per presentare il libro che spiega tutto su Monaco: la storia, l’arte e l’architettura, le possibilità di vivere e di lavorare e tutto ciò che è da sapere.
La Libreria Emporium di Ventimiglia gestirà uno stand dove sarà in vendita il libro.
Vi aspetto numerosi.